Il dibattito sulla nocività dei tessuti contenenti PFC (perfluorocarburi), in particolare utilizzati nella realizzazione delle più diffuse giacche idrorepellenti e traspiranti sul mercato, non accenna ad affievolirsi. Studi sempre più numerosi denunciano la tossicità della sostanza ed il suo impatto ambientale tutt’altro che sostenibile. I grandi produttori delle tecnologie dedicate corrono ai ripari, ma non è sempre facile riconvertire decenni di produzione unidirezionale e sostituire soluzioni costruttive fin qui di grande successo e profitto.
Columbia, uno dei player più significativi in gioco, dopo anni di studio e ricerca, ha lanciato quest’anno sul mercato la tecnologia OutDry Extreme. Un’idea di per sé semplice, ma geniale: ribaltare il classico concetto di membrana, posizionandola all’esterno del capo, e non all’interno. In questo modo viene meno la necessità, fino ad ora imprescindibile, di riservare un trattamento impermeabilizzante (DWR: Durable Water Repellent) al tessuto esterno. E sono proprio le sostanze impiegate nel trattamento DWR a contenere percentuali di PFC inquinanti.
Il marchio statunitense crede fermamente nella necessità di fermare l’acqua all’esterno del prodotto, sia esso una giacca o una calzatura, evitando di farla penetrare negli strati centrali di tessuto/pelle, appesantendo la struttura, e, alla lunga, creando umidità in eccesso. Con OutDry Extreme, il risultato è una performance superiore in termini di tenuta all’acqua, traspirazione ottimale e l’assenza, quasi totale, dei famigerati PFC.
Un grande passo, ma non definitivo. E’ la stessa Columbia, infatti, a dichiarare che sebbene i PFC siano stati eliminati dalle linee di produzione del marchio, sostituiti inizialmente con un composto (carbone-fluoro) ridotto, più sostenibile, denominato C6, resta prioritaria la necessità per i produttori di trovare delle alternative più salutari per l’ecosistema, che eliminino del tutto il problema.
OutDry Extreme ECO
La riluttanza con la quale la maggior parte delle marche affronta la decisione di eliminare i trattamenti a base di PFC risiede nel fatto che, fino ad ora, non sembrava possibile mantenere lo stesso livello di performance in termini di idrorepellenza e traspirazione, e soprattutto di durata delle stesse nel tempo. Con la creazione di OutDry Extreme, Columbia si è smarcata dal gruppo, aggirando il problema alla radice e, di fatto, rivoluzionando un settore da 40 e più anni ancorato ad un’unica tecnologia costruttiva. Resta ancora un gradino, un ulteriore salto in avanti per affrancarsi totalmente sul piano della sostenibilità ambientale: l‘eliminazione definitiva di PFC e derivati.
A conclusione di un immenso lavoro di ricerca e sviluppo, la prossima primavera (2017) verrà rilasciato OutDry Extreme ECO. Columbia è fiera di annunciare che non è presente nessun PFC usato intenzionalmente nell’OutDry Extreme Eco. Nessun PFC usato nel DWR. Nessun PFC usato nella membrana, pur mantenendo la performance sempre in cima alla lista. Columbia è lieta di poter dichiarare che la giacca combacia con gli alti standard di performance e provvederà alla massima protezione dalla pioggia.
Lifecycle approach.
La giacca OutDry Extreme ECO rappresenta il primo esperimento di Columbia con questa forte valenza environmentally friendly, preservando le performance più elevate. Questo è l’inizio perché il passo successivo sarà quello di valutare come si potrà ridurre ulteriormente l’impatto ambientale della giacca, migliorando anche il ciclo di vita del capo. Columbia utilizza lo Higg Index come modo per misurare, gestire e migliorare gli impatti sociali, ambientali, etici e chimici del prodotto.
Approfondimenti utili
- Presentazione di OUTDRY™ EXTREME ECO SHELL
- Caratteristiche della giacca antipioggia SS17 OutDry Extreme ECO
- Cosa sono i PFC
- Per saperne di più su Higg Index (in inglese)