Gli amanti dell’outdoor, della natura, della vita all’aria aperta avranno certamente sentito parlare o avranno esperienza di escursionismo e trekking. Ma cosa significano nello specifico i due termini? E che differenza c’è tra un’attività e l’altra? Spesso, infatti, le due parole vengono utilizzate come sinonimi anche se si riferiscono a concetti ben diversi anche se confondibili. Chiediamo informazioni e approfondiamo l’argomento con Alfredo Tradati, ideatore di Outdoortest, giornalista specializzato e grande appassionato di sport outdoor.
“Bisogna mettere un po’ ordine alla confusione generata dall’utilizzo di termini inglesi, come trekking appunto, ma anche hiking, nordic walking, ecc.. In realtà in Italia consideriamo l’escursionismo come un grande contenitore all’interno del quale distinguiamo le diverse attività outdoor, per impegno fisico, durata e difficoltà del percorso scelto. L’escursionismo di base prevede passeggiate, uscite caratterizzate da difficoltà media, camminate con dislivello non troppo impegnativo, con terreni prevedibili e non troppo accidentati.
Il trekking, invece, è qualcosa di più intensivo. Dedicarsi al trekking vuol dire, infatti, affrontare dislivelli e distanze maggiori, su terreni differenti, imprevedibili, accidentati e difficili. Si possono raggiungere alte quote percorrendo dislivelli elevati. Inoltre, un’uscita di trekking prevede generalmente tante ore di cammino e le escursioni possono durare anche più giorni. Un classico esempio di trekking sono le Alte Vie”.