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Come arrivare preparati ad una via multipitch?

I consigli dell' istruttore nazionale delle Guide Alpine Daniele Fiorelli, per avvicinarsi al mondo del multipitch

Letizia Scritto il
da Letizia Ortalli

L’arrampicata è uno sport aereo, molto spettacolare che regala emozioni uniche che non potranno essere trovate in nessun altro sport. Queste sensazioni si iniziano a percepire quando si muovono i primi passi in falesia e diventano sempre più intense quando la distanza dal terreno aumenta sempre di più. L’espressione più alta, in tutti i sensi, sono sicuramente le vie lunghe, o multipitch.

La progressione avviene solitamente in maniera graduale, solitamente si passa dalla falesia, luogo in cui si ha la possibilità di migliorare a livello tecnico, ci si impratichisce con le manovre, fino ad avvicinarsi al mondo del multipitch.

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Daniele Fiorelli, atleta CAMP, Istruttore Nazionale delle Guide Alpine e Istruttore Nazionale del Soccorso Alpino, per cercare di capire meglio come si può arrivare preparati ad una via multipitch.

Partiamo dalle basi: cosa è una via multipitch?

“Per definizione, una via multipitch è una salita che concatena più tiri, a più lunghezze. In via si va a percorrere in senso verticale più lunghezze di corda.”

Quali sono i requisiti per affrontare una via multipiitch?

“Per affrontare una via multipitch, sarà importante saper padroneggiare i principi generali della progressione della cordata. Quando parliamo di progressione della cordata ci riferiamo alle manovre, i nodi ed i concetti da prendere in esame per poter affrontare una salita di più tiri, sia in fase di salita che in fase di discesa.  In questo comprendiamo anche l’ eventuale gestione di una emergenza, non solo sanitaria, ma identificabile anche con un imprevisto come ad esempio una corda incastrata o la perdita di materiale.”

Come si classificano le vie multipitch?

“Le vie multipitch si possono distinguere in tre modi: terreno sportivo, terreno alpinistico e terreno misto dove troviamo le caratteristiche di entrambi i precedenti.

Nello specifico, nel terreno sportivo, abbiamo ancoraggi di sicuro affidamento, che possono essere fix o resinati, la distanza di questi dovrebbe essere tale da non provocare cadute con gravi conseguenze. Il chiodatore, disegnando la linea di salita, cerca di limitare il rischio di pericoli oggettivi, come la caduta di rocce o di incappare in ostacoli naturali. Nella stessa ottica, le soste sono posizionate in maniera ottimale e difficilmente in caso di caduta si va a cadere su cenge o su ostacoli proprio perché vengono prese in esame queste problematiche.

Se andiamo invece su un terreno misto, alcuni ancoraggi intermedi possono essere a fix, ma bisognerà iniziare ad integrare, usare i chiodi, piuttosto che nuts o friends. Gli ancoraggi intermedi in loco, sia per qualità che per distanza possono portare a cadute decisamente più importanti, finendo su cengie o contro ostacoli naturali.

Le soste sono generalmente affidabili, a fix o resinati, anche se bisogna prendere in considerazione la problematica dei pericoli oggettivi, quindi la caduta di materiale dall’alto.

Se parliamo invece di terreno alpinistico, le protezioni, sia intermedie che in sosta, possono essere di qualità molto variabile, e difficilmente classificabili oggettivamente. Non sempre è possibile migliorarne la qualità o integrare con protezioni veloci.

Le protezioni intermedie possono essere anche molto distanti, ciò implica cadute importanti e può esistere la possibilità di urtare contro ostacoli naturali. Le soste non sono predisposte in funzione dell’arrampicata, ma dipendono dalla possibilità di posizionare gli ancoraggi. Tengono più conto della morfologia della roccia che della linea di salita. In questo caso il rischio dato dai pericoli oggettivi importante.

Per riassumere, le vie sportive sono dei monotipi posizionati uno sopra l’altro, con una gradualità di posizionamento delle protezioni. Il terreno misto, mi permette di trovare fix che mi danno maggiore sicurezza in caso di caduta, anche in sosta. Nel terreno alpinistico invece, non c’è niente di certo.    

Ad ogni modo, prima di iniziare a salire una via multipitch è importante fare molta attenzione ed informarsi bene su dove si scala, le relazioni danno un grosso aiuto indicandoci il grado obbligato e spesso la quantità di materiale presente in via. Può capitare di trovarsi su vie multipitch sportive, sopratutto quelle chiodate diversi anni fa, con soste ben attrezzate ma protezioni intermedie molto distanziate.”

Che attrezzatura mi serve per salire una via multipitch?

“Ci sono diverse cose che è importante avere con se, partendo dall’ imbracatura, dove opterò per un modello comodo, visto che starò appeso diverse ore. Le corde, di tipologia differente rispetto a quelle da falesia. A livello di attrezzatura, avrò bisogno di freni specifici per il multipitch che mi permettano di fare sicura e di poter scendere le corde. I rinvii, e se inizio ad affrontare un terreno in cui è necessario integrare con protezioni intermedie allora dovrò avere protezioni veloci come nuts e friends e se il terreno alpinistico è ancora più complesso dovrò avere con me martello e chiodi. Il casco ed uno zaino per poter riporre il tutto.”

Quali sono i fattori che dobbiamo prendere in considerazione in progressione della cordata e sicurezza?

“Se in falesia si scala su monotiri, in cui il primo di cordata una volta raggiunta la sosta si cala in moulinette, su una via multipitch la situazione cambia notevolmente. Sul multipitch i componenti della cordata dovrebbero conoscere innanzitutto tutte le manovre di corda. Oltre che ad assicurare il primo di cordata che sale, collegare i punti di ancoraggio, sapere quale freno e come effettuare il recupero del secondo di cordata. Salendo per il tiro bisogna sapere come posizionare le protezioni aggiuntive, come ridurre gli attriti e fare attenzione a posizionare le corde in modo che scorrano sempre e non finiscano per incastrarsi sugli ostacoli naturali, che in caduta potrebbero diventare un problema importante.

In una fase iniziale si affronteranno le vie multipitch più semplici ancora con la corda singola, man mano che il terreno diventa complesso dovremo cambiare i nostri accorgimenti. Le vie alpinistiche spesso richiedendo l’utilizzo di due mezze corde e la gestione di queste, più abilità e più esperienza.”

Come si può arrivare preparati ad affrontare una via multipitch?

“Se si arriva dalla falesia, il consiglio è quello di frequentare un corso di alpinismo in cui tutti questi aspetti vengono presi in considerazione.

L’arrampicata multipitch necessita di una serie notevole di conoscenze, un esempio banale ne è la sosta, nel collegare i due punti di ancoraggio ci sono tantissime possibilità in funzione delle problematiche  relative alla sicura se al primo di cordata o a chi assicura. Ogni tipo di terreno va letto in modo differente ed i carichi che possono arrivare al freno e di conseguenza all’imbracatura di chi sta assicurando sono importanti.

Tante sono le problematiche che si possono riscontrare sia durante la salita che la discesa e per questo è importante conoscere una serie di manovre che ci possono aiutare per risolvere la situazione. Ad esempio: non riesce a scendere il primo di cordata o non riesce a salire il secondo di cordata, effetuare un paranco, operazioni di soccorso più o meno importanti fino a dover risalire una corda doppia per scastrare un nodo e non dover chiamare per forza il soccorso per farsi venire a prendere in parete.”

 

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Cosa dobbiamo valutare in fase di programmazione?

“Una volta che ho in mano gli strumenti, so che attrezzatura mi serve e so come utilizzarla, posso decidere dove andare. In base alla mia esperienza posso decidere degli itinerari che mi permettano, almeno in una prima fase da neofita, di avere un buon margine dal punto di vista tecnico ed emotivo. Dovrò prendere in considerazione lo sviluppo meterologico, non andrò a mettermi in situazioni complesse, non andrò in quota, ma cercherò situazioni di semplice gestione ambientale e mi terrò aperte una serie di alternative. Eviterò situazioni di sovraffollamento, che possono causare situazioni difficilmente controllabili, sopratutto per chi è un neofita.”

Come si valuta il grado in una via multipitch?

“Il grado deve essere valutato nella maniera più oggettiva possibile, quello che differenzia il monotiro dal multipitch è legato sostanzialmente alla chiodatura. In falesia spesso si riescono ad azzerare i passaggi grazie ad una chiodatura vicina, in una via multipitch quando ho l’indicazione del grado obbligatorio, significa che se non scalo su quella difficoltà io non riesco a passare in maniera artificiale quel dato passaggio. La difficoltà obbligatoria è un dato importante da leggere prima di accingersi a salire.”

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