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Fauna alpina in inverno: come proteggerla

Alcune regole da conoscere e rispettare per limitare il proprio impatto in inverno

Cecilia Mariani Scritto il
da Cecilia Mariani

Non è sempre facile vedere animali selvatici in inverno, stagione molto difficile per la sopravvivenza. È possibile però vedere molti segni della loro presenza, ed è importante saperli rispettare per non disturbarli.

Una coltre di neve ricopre il bosco, rendendo difficile la ricerca di cibo

L’inverno in montagna è sicuramente un momento difficile per la fauna alpina. Temperature in calo, ore di luce ridotte e mancanza di cibo possono davvero mettere in discussione la sopravvivenza degli animali che abitano questi ambienti. Devono usare energia per mantenersi caldi quando però il cibo scarseggia, e i movimenti sono fortemente ostacolati dalla presenza della neve. Ma allora come fanno?

Impronte di lepre

Metodi di sopravvivenza

Diverse specie hanno sviluppato vari metodi per sopravvivere alla stagione più fredda.

Letargo

Uno di questi è il letargo. Alcuni animali, come la marmotta, vanno in letargo nelle loro tane per evitare completamente i mesi più freddi dell’anno. La marmotta si prepara a questo periodo di riposo raddoppiando la sua massa corporea, così da avere abbastanza energia da bruciare lentamente durante tutto l’inverno. Una volta ricoperta la tana di erba e legnetti per renderla più confortevole, le marmotte, divise per nuclei famigliari, si rannicchiano le une di fianco alle altre e cominciano il letargo, durante il quale rallenteranno la respirazione e il battito cardiaco per poter usare le energie lentamente e sopravvivere fino a primavera.

Pigna di abete rossa a cui uno scoiattolo ha tolto tutti i semi
Muta

Un altro stratagemma che alcuni animali adottano per sopravvivere in inverno è cambiare completamente il colore della propria pelliccia per potersi confondere meglio nella neve e nascondersi così dai predatori. Il pelo della lepre e dell’ermellino, per esempio, diventa completamente bianco e, oltre a confondersi con l’ambiente circostante, fornisce un ottimo isolamento dal freddo. Entrambi questi animali in inverno hanno anche le zampe ricoperte dal pelo, che gli permetterà di galleggiare meglio sulla neve. Un po’ come delle ciaspole naturali! Allo stesso modo anche la pernice bianca cambia il colore delle sue penne, che diventano bianchissime non appena comincia a cadere la prima neve, e anche la pernice avrà delle penne sulle zampe che le permetteranno di muoversi più facilmente sulla neve. Una caratteristica che accomuna questi animali è che mantengono tutti una piccola parte del loro corpo di colore scuro (la punta della coda o delle orecchie), così da poter comunicare tra di loro.

Pigna di abete rossa a cui uno scoiattolo ha tolto tutti i semi
Neve come isolante

Alcuni animali usano proprio la neve per mantenersi al caldo. I topi campagnoli e i topiragno, per esempio, costruiscono le loro tane tra il suolo e la neve, così da tenersi al caldo e allo stesso tempo nascondersi dai predatori. Anche il fagiano di monte approfitta della neve per stare al caldo, scavando dei veri e propri iglù e riparandosi all’interno per lungo tempo.

Rametto sgranocchiato da una lepre, che in inverno si ciba anche di corteccia
Conservare il cibo

Durante l’inverno il cibo scarseggia, ma alcuni animali sono abbastanza intelligenti da raccogliere il cibo in autunno e conservarlo in vista della stagione fredda. Come lo scoiattolo per esempio, che raccoglie funghi e semi e li nasconde tra la corteccia degli alberi. Oppure la nocciolaia, che sotterra migliaia di semi durante l’autunno e poi riesce a ritrovarli anche sotto una spessa coltre di neve. Entrambi questi animali nascondono molto più cibo di quello che in effetti consumano, e in questo modo contribuiscono alla riproduzione delle piante nel bosco.

Pigna di pino cembro a cui una nocciolaia ha tolto tutti i semi
Migrazione verticale

Alcuni animali migrano verso sud, mentre altri scendono ad altitudini più basse in cerca di temperature più miti e un manto nevoso più sottile. Cervi, caprioli e camosci sono tra questi. Oltre a scendere di quota cambiano anche la loro dieta, accontentandosi di quello che trovano sugli alberi o sotto la neve. Il cibo a loro disposizione, però, non è tanto nutriente come quello che mangerebbero in estate, e per questo cercano di limitare al minimo i movimenti per poter risparmiare energia.

Rametto sgranocchiato da una lepre, che in inverno si ciba anche di corteccia
Sport invernali e fauna alpina

Negli ultimi anni gli sport invernali sono diventati sempre più popolari. Prima lo sci su pista, poi lo scialpinismo e l’escursionismo invernale. Fino a poco tempo fa, queste ultime due attività erano considerate a basso impatto ambientale, ma la loro crescente popolarità, a cui stiamo assistendo da qualche anno, fa si che l’impatto che le attività stesse hanno sull’ambiente non sia più da sottovalutare.

Come ho già accennato, durante l’inverno gli animali cercano di spostarsi in luoghi dove il nutrimento è più accessibile per poter limitare gli sforzi e conservare energia, spesso avvicinandosi ai luoghi più frequentati dall’uomo. Il problema si presenta se un animale, disturbato dalla presenza spesso invasiva dell’uomo e costretto a fughe improvvise, si ritrova a dover usare energie importanti, aumentando così il suo bisogno di cibo. Questo è però difficile da reperire, e così l’animale entra in un circolo vizioso che potrebbe essere letale. Dover abbandonare il proprio rifugio invernale rappresenta infatti per l’animale un dispendio di energie eccessivo, che non fa altro che stressarlo inutilmente e renderlo più vulnerabile a malattie e predatori. Inoltre, questi effetti negativi potrebbero, se protratti nel tempo, ripercuotersi negativamente sull’intera popolazione, condizionando la capacità di riproduzione e la mortalità.

Un gracchio alpino

L’inverno rappresenta già in se un elemento selettivo per la fauna alpina a causa delle basse temperature, della neve e dalla mancanza di cibo. Nonostante questo, gli animali sono equipaggiati per sopravvivere a queste condizioni, ma solo se non disturbati o privati dell’ambiente a loro disposizione. Se questo accade, invece, saranno costretti a spostarsi verso un ambiente meno favorevole, con una minore possibilità di trovare cibo a sufficienza e con una minore protezione dagli elementi atmosferici. In altre parole, gli adattamenti sviluppati grazie all’evoluzione non saranno più sufficienti per garantire la sopravvivenza, e quindi l’animale avrà una probabilità ridotta di superare l’inverno indenni.

Ovviamente non tutti gli sport invernali hanno lo stesso impatto. Lo scialpinismo, così come l’escursionismo con o senza ciaspole, limita l’impatto in quanto la salita costa più tempo e fatica, e raramente si effettuerà più di una discesa. Dall’altro lato, però, queste attività permettono di arrivare ovunque, anche in zone relativamente incontaminate e quindi scelte dalla fauna come habitat invernale. Importante, se si ha a cuore il rispetto della fauna alpina, è quindi rispettare regole di comportamento.

Regole di comportamento

Praticare questi sport invernali e frequentare la montagna in un momento dell’anno alquanto critico come l’inverno richiede da parte nostra estrema attenzione. È importante pianificare al meglio le nostre uscite per evitare al massimo qualsiasi disturbo della fauna selvatica. In molte zone dell’arco alpino si stanno creando zone di rifugio per la fauna, all’interno delle quali è proibita qualsiasi attività ricreativa. È importante che i turisti e gli abitanti della zona capiscano il vero motivo che sta dietro alla creazione di queste aree, per poter accettare al meglio le restrizioni e fare la loro parte per salvaguardare le varie specie animali presenti.

Qui di seguito trovate un elenco di alcune regole da conoscere e rispettare per limitare il proprio impatto in inverno:

  • Informati il più possibile riguardo a questo problema. La conoscenza è sempre la prevenzione migliore. Pianifica le tue uscite di conseguenza.
  • Evitare le zone sensibili come il margine del bosco e i pendii privi di neve, zone preferite dagli animali per la ricerca del cibo.
  • Rispetta la segnaletica ed evita le aree protette.
  • Rimani su itinerari già esistenti. Gli animali si abitueranno ed eviteranno queste zone.
  • Sii discreto, evita rumori molesti ed evita le attività all’alba o al tramonto, momento il cui gli animali sono più attivi in inverno.
  • Se vedi un animale, fermati e aspetta in modo da lasciargli il tempo di allontanarsi con calma.
  • Tieni il cane al guinzaglio, così che non possa recare ulteriore disturbo.
  • Durante la discesa mantieniti vicino alla traccia di salita, in modo da limitare l’ampiezza delle tracce e circoscrivere il disturbo a una superficie ridotta.
  • Evita di camminare o sciare liberamente nel bosco, e utilizza invece i sentieri e le strade forestali.
  • Informa i tuoi amici e i componenti del gruppo, in modo da sensibilizzarli riguardo a questo problema.

Se queste semplici regole vengono rispettate, allora lo sciatore o l’escursionista non presenterà grossi problemi per la fauna selvatica, che sarà in grado di adattarsi. Ricordiamoci che siamo ospiti della montagna, e che il rispetto dei luoghi e delle specie che vi abitano ci permetterà di goderne il più a lungo possibile.


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