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Gravidanza in montagna, si può fare sport?

Quale sport praticare in relazione alla quota e fino a che mese di gestazione

Scritto il
da Redazione outdoortest.it

La gravidanza per una donna è una vera rivoluzione. Comunque la si viva, sia in modo più romantico sia in modo più razionale, il corpo cambia a tal punto da creare nella gestante una sorta di straniamento: lo specchio rivela una nuova figura, i sensi si acuiscono (si diventa dei segugi formidabili!), i limiti cambiano e che ciò che prima si faceva abitualmente con estrema agilità, durante i 9 mesi può diventare uno sforzo considerevole. Non fa accezione naturalmente lo sport e in particolare quello in montagna, che implica anche il fattore altitudine. Se siete in dolce attesa e amate l’alta quota, vi starete chiedendo quali attività potete continuare a praticare e quali no: ecco perché abbiamo parlato di gravidanza in montagna con la dottoressa Laura Dell’anna, medico specialista in Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, membro della Società Italiana di Medicina di Montagna e grandissima appassionata di montagna. La dottoressa ci ha tolto molti dubbi e dato anche ottime notizie: per prima, cosa si può!

 

“La montagna, nel nostro immaginario comune, è intimamente legata alla fatica e al movimento. Per parlare di gravidanza in montagna è innanzitutto importante fare chiarezza sugli effetti dell’attività fisica sulla gestazione. Qui l’opinione della comunità scientifica è chiara: i benefici sono significativi e molteplici. L’attività fisica regolare aiuta a mantenere un regolare metabolismo glucidico, garantisce un buon tono muscolare, migliora il benessere psico-fisico della futura madre, riduce il rischio di macrosomia fetale.

Le linee guida di molti paesi prescrivono almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica da moderata ad intensa nel corso della gravidanza.

 

IL CONFRONTO: ATTIVITÀ SÌ ATTIVITÀ NO

Su Ultrasound di maggio 2019 sono stati pubblicati i risultati di un gruppo di lavoro di Madrid (M.Brik e altri del Dipartimento di Medicina fetale, della Facoltà di Scienze della salute e della Facoltà di Scienze dello Sport), che ha confrontato due gruppi di donne gravide, omogenee fra di loro per età, BMI (Body Mass Index), livello di allenamento prima della gravidanza, numero di gravidanze precedenti, etnia e fumo. Al primo gruppo veniva fornito un programma di attività fisica e all’altro nessun programma specifico. Nel gruppo di donne che eseguiva regolarmente attività fisica non vi è stato minor aumento di peso in gravidanza, ma è invece stata maggiore la perdita di peso a sei settimane dal parto, invece nei bambini è stata dimostrata una migliore performance cardiovascolare.

 

GRAVIDANZA IN MONTAGNA: QUALI SPORT PRATICARE

Se l’attività fisica in gravidanza fa sicuramente bene, ancora meglio quando viene praticata in montagna, dove l’aria è più pura ed asciutta, l’ambiente è più salubre e tranquillo e il clima in estate è più fresco. A questo si aggiungono i vantaggi di essere in mezzo alla natura e di godere di un ambiente rilassante in tutte la stagioni.

Bisognerà però valutare che tipo di attività fisica, a che epoca di gravidanza è svolta e fino a che quota la montagna è sicura per la gestante.

Nel primo trimestre e all’inizio del secondo, quando il feto è ancora accolto dentro la pelvi, possono essere praticati anche sport considerati “pericolosi”, come l’arrampicata e lo sci. Con l’avanzare della gravidanza, nel secondo e terzo trimestre, l’attività deve essere limitata ad escursioni su terreni non troppo impervi, per ridurre al massimo il rischio di cadute.

L’attività fisica può essere anche intensa fino ai 1800 metri; quando invece la gestante soggiorna a quote più elevate, è consigliabile un incremento graduale dell’esercizio fisico. Per quote superiori ai 2500 metri sono necessari invece lunghi periodi di acclimatamento a riposo.”

 

GRAVIDANZA IN MONTAGNA: REGOLE BASE

Donne in gravidanza quindi, benvenute in montagna! Non scordatevi però:

– di bere molto, perché in montagna ci si disidrata più facilmente

– di usare una protezione solare elevata

– di vivere la montagna con “lentezza”.

 

 

Dr. Laura Dell’Anna

Specialista in Ostetricia e ginecologia

Membro della Società Italiana di Medicina di Montagna

 

 

Foto Josh Bean – Unsplash


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