outdoortest.it GUIDA ALL'ACQUISTO DEI TUOI ATTREZZI SPORTIVI
OUTDOORTEST

TORNA AL MAGAZINE

Il ritorno di Tamara e l’anima della montagna

Il racconto di Tamara che ci ha commosso

Daria Bondavalli e outdoortest Scritto il
da Daria Bondavalli

È in una conferenza stampa digitale che abbiamo incontrato Tamara, da poco rientrata a casa dalla “brutale tragedia”. Tamara è nella sua abitazione in Alto Adige circondata dagli affetti e dalle sue montagne e dalla sua natura con cui fin da piccola si è relazionata come se fosse una compagna di viaggio, un viaggio intimo dentro di sé. Tamara le ha sempre ascoltate le montagne ed è grazie a questo suo “sesto senso” che ora può raccontarci la grande intesa che c’era con i suoi compagni di cordata e il dolore profondo per la loro perdita. Tamara è autentica e trasparente nelle sue parole.

 

Tamara in allenamento

 

Una donna che ha alle spalle la grande gioia del 2014: raggiunge in estate la cima del K2, è la seconda donna italiana che riesce in questa impresa. Il K2 è una montagna “feroce” che solo alpinisti capaci di grande tecnica e  con una lunga e professionale preparazione possono ascendere. L’arrivo al campo base del K2 è affollato; tante sono le spedizioni commerciali ma Tamara non si lascia influenzare: “Ho solo pensato. mammamia speriamo che non succeda nulla e che vada tutto bene”.

 

Tamara al campo base del K2

 

La squadra è solidissima e affiatatissima: Sergi Mingote, Muhammad Ali Sadpara, Juan Pablo Mohr, John Snorri Sigurjónsson e Tamara sono una famiglia. L’atmosfera è positiva, c’è grande armonia e la voglia di riuscire nell’impresa. Al campo base c’è anche Atanas Skatov, alpinista Bulgaro con 10 ottomila alle spalle; trasmette entusiasmo e una sensazione di spiritualità: “Una persona molto spirituale e che fa un gran bene agli altri”.

 

Tamara e JP

 

Il 16 Gennaio arriva la notizia della conquista della cima del K2 da parte della squadra dei Nepalesi: Nirmal Purja, Mingma David Sherpa, Mingma Tenzi Sherpa, Geljen Sherpa, Pem Chiri Sherpa, Dawa Temba Sherpa, Mingma G, Dawa Tenjin Sherpa, Kilu Pemba Sherpa e Sona Sherpa. Impresa alpinistica che rimarrà nella storia non solo come la prima invernale sul K2 ma anche come un simbolo di riscatto di tutto il popolo nepalese, gli “sherpa” hanno fatto storia.

Tamara li incontra al campo base, li vede con le guance ghiacciate e gli occhi stracolmi di gioia. L’ alpinista altoatesina vuole condividere con loro questo momento di felicità ed euforia, sente e vede la grande soddisfazione di tutta la squadra.  I suoi compagni di cordata provano una sensazione ambivalente, gioia per i Nepalesi e amarezza per non essere stati i primi. La motivazione e l’intesa rimangono alti.

 

Tamara e parte della squadra del Nepalesi

 

Da questo momento la montagna “feroce” gira le spalle alla squadra. Nelle stesse ore di felicità dei Nepalesi arriva la notizia dell’incidente di Sergi, partono i soccorsi dal campo base Tamara è con loro e immediatamente si rende conto della gravità della situazione. A quaranta metri da Sergi Tamara comprende che per il suo amico, compagno, “papà” non c’è più nulla da fare, i traumi sono gravissimi. Sergi respira ancora per quaranta minuti e in quei minuti tutti rimangono lì con lui al suo fianco presenti e increduli a quello che sta accadendo. Il dolore emotivo nella preparazione e trasporto del corpo e degli oggetti personali di Sergi è talmente forte che Tamara non riesce a piangere; dopo due giorni le lacrime.

La “Summit Fever” di Tamara si scontra con la profonda tristezza della perdita di Sergi, i compagni di cordata Juan Pablo Mohr, Muhammad Ali Sadpara e John Snorri vogliono tentare.  Il “sesto senso” di Tamara incomincia a farsi sentire e la montagna sembra non voler accogliere il team: la via di salita si sgretolava in poco tempo, le corde, i fittoni uscivano…”

Juan Pablo Mohr, Muhammad Ali Sadpara e John Snorri vogliono la vetta e Tamara è la loro compagna di cordata quindi si decide a fare un tentativo. Non è molto convinta, era già stata a 6600 metri e il suo corpo non aveva reagito bene.

Partono e Tamara sente la montagna che le urla “Vai via! Non è il tuo posto! il freddo è indescrivibile, la temperatura percepita è di – 60 °; arrivati al campo tre Tamara si infila in due sacchi a pelo da – 20° e trema dal freddo, il corpo non reagisce bene: “Il campo 3 del K2 è il campo 4 del Nanga, senti che le estremità iniziano a congelare e non puoi fare nulla, guardavo i miei compagni e non eravamo affatto tranquilli”.

 

K2

 

La squadra decide di tentare la cima dal campo 3 partendo di notte, Tamara non se la sente e decide di scendere; JP prima di salire le confida “io voglio provare ma non è importante riuscire, la cosa importante è tornare dai miei bambini”. Mentre scende Tamara incontra Alì e la convince a salire dicendole che al campo 3 potrà riposarsi. Juan Pablo Mohr, Muhammad Ali Sadpara e John Snorri iniziano l’ascesa di notte, lei decide di rimanere al campo 3. Comprende che è arrivato il momento di abbandonare l’impresa. Prima di iniziare la discesa prepara la tenda e il necessario per il ritorno dei compagni.

Nella difficile discesa arriva la notizia della morte di Atanas Skatov l’alpinista Bulgaro; Tamara è distrutta, perde la frontale e rimane al buio e in quel momento: “Ho visto delle stelle meravigliose”, ritorna alla realtà della situazione e a ciò che è più importante in quel momento: scendere il più velocemente possibile dalla montagna, l’alpinista Islandese che è con lei le dà una frontale ma si perdono nel ghiacciaio per 5 ore.  Tamara arriva finalmente al campo base, sfinita. La mattina seguente manda un messaggio con il Garmin alla squadra ma nessuna risposta e lì prende la piena consapevolezza che i suoi compagni non sarebbero mai tornati. In quel momento “mi sono sentita morta dentro”.

Le prime parole al telefono della mamma di Tamara sono state “Spero che tu non abbia perso la tua fede in Dio”. Tamara ha una indistruttibile fede in Dio e nella montagna e, nonostante l’orrore di cui è stata testimone, è grata ad ogni suo compagno di cordata, è grata di tutti i momenti che hanno condiviso assieme ed è grata di essere viva. La montagna l’ha salvata per la seconda volta.

“Bisogna avere il coraggio di intraprendere imprese mai fatte prima, ma nello stesso tempo bisogna andare sempre verso la vita e comprendere quando è ora di cambiare direzione; non credo che considererò un’altra invernale ma l’alpinismo in alta quota rimane la mia vita”.

 


Potrebbero interessarti anche

Altracom s.a.s. di Alfredo Tradati - via Buonarroti 77 I-20063 Cernusco s/N (MI) - P.IVA 05019050961 - info@altracom.eu - Outdoortest.it è una testata giornalistica registrata con Aut.Trib.di Milano n. 127/2020. Direttore Responsabile: Alfredo Tradati

Made by

Pin It on Pinterest