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In solitaria 2021 – dall’Etna all’Aspromonte

Le ultime due settimane di Elia sul Sentiero Italia CAI, dalla Sicilia alla Calabria passando per lo Stretto.

Cecilia Mariani Scritto il
da Cecilia Mariani

Eccoci di nuovo per l’aggiornamento bisettimanale sulle avventure di Elia Origoni lungo il Sentiero Italia CAI. Nelle ultime due settimane l’Accompagnatore di media montagna di Varese è passato dalla cima dell’Etna, ha attraversato lo Stretto di Messina (a remi!) per arrivare alle vette dell’Aspromonte, in Calabria. Ma partiamo dall’inizio.

“Rimango sempre affascinato dalla forza della natura in qualsiasi sua forma e dimensione. Vedere un vulcano in attività è qualcosa che ti destabilizza interiormente: ti senti vibrare e impotente, un suono ancestrale che rimbomba nell’aria invade ogni tuo pensiero, sbuffi, fumi, scoppi, fiamme e la lava che cola piano piano con quel suo andamento apparentemente immobile ma incessante. Ho vissuto giornate stupende passeggiando su questo enorme essere vivente – la montagna parlante come la chiamano qui – che con le sue infinite storie e continui cambiamenti è parte integrante della popolazione e della storia di queste zone.”

Ai piedi dell’Etna

L’ottava settimana di cammino comincia da Floresta, una veloce pausa a Randazzo e poi via verso l’Etna. “Sono un poco stranito, nel giro di qualche chilometro sono passato da vallate verdi in fiore al nero lavico che si è impadronito quasi totalmente dell’ambiente circostante. Qui per la prima volta mi rendo conto di cosa vuol dire convivere con un vulcano. La roccia lavica domina in ogni dove, nei colori, nei profumi e nel suo utilizzo: case, muretti e sentieri erano completamente realizzati con questa roccia ed ora camminiamo tra i vari resti e ricordi. Saliamo lungo le pendici dell’Etna sul versante Nord-Ovest fino ad incontrare la pista altomontana, una strada sterrata che permette di circumnavigare il vulcano da Ovest a Est mantenendo una quota costante tra i 1750 e 2000 metri. Giunti sulla pista ci dirigiamo verso il Rifugio Monte Scavo. Camminiamo lentamente, e questo mi permette di osservare le cime imbiancate dell’Etna mentre sotto i piedi la crosta nera delle ceneri delle eruzioni dei giorni passati si spacca piano piano lasciando affondare i nostri scarponi nella neve. E’ davvero un contrasto incredibile, un gioco di colori che solo la natura ci sa donare, un’alternanza di suoni e suggestioni che fatico a raccontare a parole.”

Qui Elia incontra Marco, una guida vulcanologica locale che lo accompagnerà per un’uscita scialpinistica sulle pendici dell’Etna. Il giorno successivo prosegue verso il Rifugio Sapienza e Zafferana Etnea, sempre in compagnia di qualche abitante del luogo venuto a raccontargli qualche storia e tenergli compagnia.

La roccia nera dell’Etna

“Oggi (mercoledì 31 marzo) avrei dovuto sciare con Marco. Purtroppo ieri ha constatato che il caldo di questi giorni ha mutato decisamente le condizioni e che quindi la gita prevista non è più percorribile, ma mi propone una interessante alternativa: un giro in kayak insieme! Nel giro di poco mi ritrovo ad Acitrezza con lui e Angelo – un suo amico – a pagaiare. Mi portano ad ammirare le origini dell’Etna, delle conformazioni di lava primordiale che fuoriescono dal mare, colonne basaltiche dalle forme inusuali che ricordano le canne di un organo sospese sul mare. Da qui ci spostiamo lungo la costa fino a Santa Maria la Scala. Lungo il tragitto, tra una pagaiata e l’altra, ho potuto ammirare la stupenda riserva della Timpa: altopiano roccioso caratterizzato da un promontorio di circa 80 metri di altezza a ridosso della costa di Acireale ricoperto da una lussureggiante vegetazione costituita principalmente da edera, euforbia e carrubi. Ritorniamo verso Acireale passando dai faraglioni dei Ciclopi. La leggenda sulle isole dei Ciclopi attribuisce l’origine dei faraglioni all’ira del ciclope Polifemo che, accecato da Ulisse, avrebbe scagliato contro l’eroe greco grandi cime rocciose per cercare di evitarne la fuga in mare.”

Poi durante la notte l’Etna torna ad eruttare. Non avevo mai visto un vulcano in attività, sento la sua forza e la sua potenza che si manifesta di fronte a noi, uno spettacolo millenario che chissà quanti occhi prima di me hanno osservato. Nonostante lei abiti lì da sempre, vedo l’emozione di vedere la sua montagna che parla lanciando discorsi al cielo, un dialogo continuo tra il Vulcano e i suoi abitanti. E’ un continuo di esplosioni che colorano l’orizzonte, spruzzi di lava accompagnati da pause che ti lasciano senza fiato. Resto immobile a gustarmi questo splendore mentre l’Etna ci dona degli stupendi parossismi.”

Notte in riva al lago

Nei gironi seguenti Elia continua verso Piana Provenzana e Mojo Alcantara, e ancora Bosco Malabotta e Novara di Sicilia. Da qui poi attraversa i Monti Peloritani fino a Postoleoni e Messina. “La discesa in città è molto lenta e allegra, non ci sarà il panorama ma i racconti dei miei compagni di viaggio riempiono la mia mente di immagini davvero suggestive! Mi dirigo verso Capo Peloro dove la canottieri mi ha messo a disposizione una casetta per passare la notte prima della traversata a remi prevista per domattina all’alba.”

La mattina seguente, alle 5.30 Elia sta già remando da Capo Peloro a Villa San Giovanni insieme al gruppo Canottieri Peloro. La traversata è velocissima, 20 minuti e il team mette piede sul continente. “Carico di energie parto in direzione Reggio Calabria. Giunto in città per prima cosa mi prendo cura dei miei inseparabili compagni di viaggio: gli scarponi Aku. Ormai hanno percorso oltre 1200 km, sopportato qualsiasi tipo di terreno e meteo ed ora necessitano di essere visitati da un buon calzolaio. Lasciati gli scarponi e avendo 24h di attesa prima che siano riparati opto per dormire a Reggio così da sfruttare questa sosta anche per riorganizzare lo zaino. Ho eliminato del materiale che ora non mi servirà più ed aggiunto altro che mi hanno spedito da casa. Dopo una brioches al gelato, un giro in città e una bella pizza vado a riposare: domani si attacca la Calabria!”

Lasciata in fretta la città, Elia è pronto per affrontare l’Aspromonte. Ma l’inverno non è ancora finito e la neve comincia nuovamente a cadere ricoprendo tutto il paesaggio. Fortunatamente non crea grossi problemi di progressione, ed Elia può tranquillamente proseguire fino alla cima del Montalto, al Santuario di Polsi e a San Luca.

Ancora neve in Calabria

Dopo l’Aspromonte è la volta di incamminarsi lungo il Sentiero del Brigante. “Settimana prossima continuerò a camminare all’interno della Calabria lungo le serre calabresi, ho passato quelle di Catanzaro, nei prossimi giorni sarò su quelle del Cosentino e per fine settimana prevedo di essere all’interno del parco della Sila.”

Lasciamo Elia in Calabria e gli auguriamo come sempre buon viaggio. Torneremo a parlare di lui tra un paio di settimane.

Per seguire Elia: Eliaorigoni.com

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