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Snowboard in pillole: la parola a Filippo Kratter

Snowboard freestyle, di cosa si tratta, la storia, le discipline, lo slang

Alice Dell'Omo Scritto il
da Alice Dell'Omo

In questo articolo super interessante Filippo Kratter ci racconta in maniera dettagliata e approfondita cos’è lo snowboard freestyle, la sua storia, le discipline, lo slang delle gare. A lui la parola.

Filippo Kratter

Filippo Kratter, la bio

“Sono nato nel 1980 a Udine. Vivo da sempre in montagna, a Sappada, a 2 passi dalle piste. Dai 4 ai 12 anni ho fatto sci alpino, nello sci club locale. A 12 anni ho scoperto lo snowboard e fu subito amore. Dopo qualche anno iniziai con le gare, prima a livello regionale, poi nazionale e infine con la Coppa del Mondo. Ho avuto una carriera molto lunga, terminata a 32 anni. Subito dopo mi venne offerto l’incarico di allenatore delle squadra nazionale di Slopestyle e Big Air. Dopo i vari corsi di formazione ho iniziato ad allenare, e negli ultimi 3 anni sono allenatore responsabile di settore. I miei obbiettivi a breve e a lungo termine sono le Olimpiadi di Beijing prima e quelle di Milano poi”.

Photo by Sven Piek on Unsplash

Snowboard freestyle: cos’è, accenni storici

“Lo snowboard nasce e si sviluppa negli Stati Uniti durante gli anni ’60-’70, cugino del surf da onda e dello skateboard. Insieme al surf e allo skate dà agli sport da tavola una dimensione a 360 gradi potendo praticarli in montagna, al mare ed in città. La componente Freestyle è da sempre parte fondamentale degli sport da tavola, in tutte le loro espressioni. Personalmente credo che questo dipenda dalla innata creatività che e’ presente nelle persone che scelgono di praticare questi sport. In uno sport “Classico” la performance è l’unico metro di giudizio. In uno sport Freestyle alla performance viene affiancata la creatività individuale e lo stile: i “trick” (i gesti tecnici, le manovre) a disposizione degli atleti sono pressochè infiniti e limitati solo dalla profondità della loro immaginazione e dalle leggi della fisica. Ad oggi in snowboard ogni stagione vede rivoluzionati gli standard della stagione precedente: ad oggi i limiti dello sport sono molto distanti dall’essere raggiunti, sia da un punto di vista tecnico che di stile di esecuzione”.

Photo by Alesia Kazantceva on Unsplash

Quali sono le discipline dello snowboard freestyle?

“Lo snowboard freestyle si sviluppa in 3 discipline ufficiali, tutte olimpiche.

– L’ Half Pipe, la disciplina più classcia: consiste in un mezzo tubo di neve, diretta trasposizione di un vert da skate, lungo qualche centinaio di metri dove lo snowboarder si esibisce in 5-7 trick tutti diversi e tutti eseguiti di fila, senza pause. Snowboarder di riferimento: Shawn White.
– Lo Slopestyle, ossia un insieme di salti e altri ostacoli vari che danno opzioni più o meno illimitate allo snowboarder che sta gareggiando. Una gara di slopestyle è molto divertente da seguire perchè i trick e la scelta delle strutture è diversa per ogni atleta e quindi è un’esperienza per nulla ripetitiva. Snowboarder di riferimento: Red Gerard.
Big Air, la disciplina più recente: un salto singolo, generalmente molto grande, dove lo snowboarder spinge ai limiti la difficoltà e la spettacolarità dei trick che propone. Questa è forse la specialità più spettacolare, spesso le gare di Coppa del Mondo vengono per questo motivo organizzate direttamente in città dove il pubblico può guardare le varie evoluzioni direttamente dalla piazza o allo stadio. Snowboarder di riferimento: Markus Kleveland.

Oltre alle tre discipline olimpiche ufficiali, spesso vengono organizzati eventi e gare con discipline differenti, tutti estremamente divertenti da fare o da guardare”.

Filippo Kratter

Come si preparano le gare?

“La preparazione per affrontare le gare è lunga e impegnativa. Oltre che alla normale preparazione atletica ( palestra, bici, corpo libero) gli atleti devono essere in grado di eseguire i trick necessari per non sfigurare a un evento internazionale. Per darvi un po’ di contesto questi trick sono composti da varie rotazioni su assi multipli, eseguiti a 4-6 metri d’ altezza per una 20 di metri di lunghezza. Per imparare queste manovre agli atleti vengono richiesti anni di allenamento e perfezionamento: d’inverno sulla neve, spesso su strutture private; d’estate su tappeti elastici o strutture apposite chiamate Landing Bags, delle specie di saltoni con atterraggio su un materasso gonfiabile, per evitare infortuni. Cerchiamo di stare sulla neve e allenarci il più a lungo possibile, trasferendoci in Nuova Zelanda o sui ghiacciai quando la stagione non e’ ancora iniziata o è già finita. Normalmente passiamo sulla neve 9 mesi all’ anno. Nonostante questo alcune delle manovre più difficili richiedono progetti a lungo termine per essere imparate in sicurezza, ad esempio 2 o 3 anni”.

Photo by Ostap Senyuk on Unsplash

Slang delle gare e dello sport

“Un po’ di slang:

Big Air: saltone gigante (20 metri minimo).
Rail: tubi di plastica o di metallo su cui far scivolare la tavola nei modi più creativi possibile.
Slopestyle: una discesa composta da multipli sati e rails, che presenta innumerevoli possibilità creative.
Trick: le manovre che gli atleti eseguono, sia sui rail che sui salti.
Stile: la personalizzazione dei trick, 2 atleti diversi possono fare lo stesso trick e farlo sembrare completamente differente.
Grab: afferrare la tavola mentre si esegue un trick.
Switch: andare in snowboard “al contrario”. Praticamente come scrivere con la mano sinistra (se non siete mancini)”.

Photo by Mattias Olsson on Unsplash

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