Un modello iper tecnico, come nella migliore tradizione del marchio svizzero, destinato ai camminatori intensivi impegnati in uscite impegnative, su terreni difficili e con obiettivi ambiziosi. Leggera e molto strutturata, con una tomaia che contiene e protegge, la scarpa si avvantaggia di un comparto suola/intersuola/battistrada estremamente efficace, dove si avverte il contributo essenziale di un ingrediente come Soles by Michelin.
Suola | Soles by Michelin |
Taglio | Low cut |
Tecnologie | 360 Heel Support |
Allacciatura | Base Fit® (trasmissione trazione alla suola) |
Calzata | Memo Foam (personalizzazione interna) |
Linguetta | Preformata |
Protezioni | Fascia in gomma anteriore |
Mammut Alnasca II viene presentata dall'azienda come una calzatura per l'escursionismo in genere, ma già da un primo colpo d'occhio ci si accorge della valenza tecnica superiore del modello, dei particolari costruttivi che l'avvicinano maggiormente al mondo approach (allacciatura estesa in punta, intersuola di media rigidità, protezioni in gomma, battistrada ad alto grip).
Osservando la forma della Mammut Alnasca II, molto affusolata e compatta, si intuiscono volumi interni avvolgenti e, pertanto, ottima trasmissione degli impulsi tra piede e scarpa, fino al terreno. Toccando la tomaia nella sua metà posteriore, ci si rende conto di una notevole struttura, data da un esoscheletro in materiale plastico che la riveste comprendendo la zona di alloggio del tendine d'Achille; anteriormente il materiale è più morbido, ma una fascia in gomma perimetrale assicura alta protezione degli impatti per le dita del piede.
Particolare attenzione merita il sistema di allacciatura, tradizionale a lacci, con passa-lacci in tessuto annegati all'interno della tomaia, con ancoraggio diretto alla suola. In questo modo, agendo sulle stringhe, la trazione esercitata va ad avvolgere la tomaia intorno al piede in modo estremamente preciso. L'allacciatura prosegue fino in punta per offrire la massima sensibilità alle dita del piede nei passaggi più tecnici. La linguetta, imbottita e pre-formata, si posiziona facilmente e non presenta possibilità di spostamento laterale; i due soffietti laterali in tessuto, cuciti alla tomaia, assicurano un'ampia escursione in avanti della linguetta stessa, offrendo un'ampio e comodo accesso del piede alla calzatura. Il collare posteriore della Mammut Alnasca II è sagomato in zona sotto malleolare e posteriore (tendine d'Achille) e semi-rigido, per ulteriore sostegno all'articolazione.
La calzata è immediata e una volta all'interno il piede incontra una sensazione di immediata avvolgenza, sia all'avampiede, sia in zona tallone. L'allacciatura è pratica, i lacci scorrono bene negli anelli e si avverte chiaramente l'azione della tomaia che si stringe attorno al piede a partire dalla suola. I lacci, a sezione cava, presentano un buon grado di attrito per mantenere memoria della trazione esercitata, ma le protezioni dei passa-lacci in plastica, ne vanificano in parte l'efficacia, consentendo uno scivolamento "di ritorno" quando dalla parte anteriore si passa a quella superiore per rifinire l'allacciatura.
In azione la Mammut Alnasca II si dimostra immediatamente agile, dinamica e precisa. L'abbiamo utilizzata in due uscite di lunga durata (15 ore complessive), 50 km di percorrenza con 3.500 metri di dislivello positivo. E' un tutt'uno con il piede e questa sensazione ti invoglia ad accelerare il passo a a scegliere i terreni più stimolanti. In effetti è la sensibilità che più ci ha catturato durante il test. Sensibilità negli appoggi del piede su ogni terreno, da quelli pianeggianti e prevedibili (dove è utile "sentire" i sassi al di sotto, gli appoggi precisi, per compiere i passi corretti), a quelli in diagonale ripida dove, grazie ad una superficie globale di appoggio ridotta (la Alnasca è tutt'altro che "oversize"), viene evitata quella situazione di disassamento della caviglia, fastidiosa e potenzialmente rischiosa.
Nel complesso si tratta di una calzatura abbastanza rigida che richiede una camminata precisa e meccanicamente corretta. In questo modo le vibrazioni generate vengono assorbite dalla struttura ossea e muscolare, mentre la scarpa resta stabile e sicura al suolo. In discesa, a forte andatura, abbiamo molto apprezzato la capacità ammortizzante dello strato in EVA che dall'attaccatura delle dita arretra fino al tallone. Presenta una densità notevole, proprio per risultare efficace in presenza di forti carichi/impatti, laddove offre protezione pressoché totale.
La suola Michelin che equipaggia la Mammut Alnasca II è stata messa alla prova su ogni tipo di terreno e fondo: pianeggiante, ripido, mezza costa, regolare, terriccio, sassi mobili, pietre, fango argilloso, erba bagnata, neve. Abbiamo cercato di creare le condizioni per la massima destabilizzazione, con rapidi cambi di direzione, arresti, accelerazioni, rotazioni. Il risultato è stata una sensazione pressoché costante di affidabilità, di presa al suolo, di tenuta sia in accelerazione, sia in frenata, grazie alla particolare dislocazione dei tasselli e alla loro capacità di assecondare il terreno con micro movimenti favoriti dai lievi intagli multi direzionali sulla loro superficie. La composizione della mescola ha fatto il resto: "pastosa" al punto giusto per avere ottimo grip, ma non così morbida da consumarsi in breve tempo. Un unico neo lo abbiamo riscontrato in presenza di fango argilloso (infrequente da trovare) che con la sua caratteristica adesività ha invaso la suola limitandone la performance. In punta è stata creata una zona più compatta per le situazioni di arrampicata (climbing zone); il profilo laterale mostra un sensibile innalzamento anteriore e un lieve invito posteriore, per facilitare la rullata.
Mammut Alnasca II si è dimostrata una calzatura altamente tecnica e, pertanto, non per tutti. Il test ha evidenziato tutti i connotati di un prodotto per le Guide alpine, per gli alpinisti, arrampicatori e trekker di livello professionale e amatoriale esperto. Nel modello c'è tutto ciò che serve per la performance, per raggiungere obiettivi superiori e non c'è spazio per per alcunché di superfluo. Il comfort è ottimale per piedi capaci di affrontare la fatica di uscite ad alta intensità; la rigidità della scocca è ideale per chi viaggia veloce e non vuole dispersioni di energia.
Detto questo, riteniamo che la Mammut Alnasca II possa essere utilizzata con soddisfazione anche da chi, non ancora particolarmente esperto, intenda far crescere i propri obiettivi, puntando alle Alte vie, alle "normali" di qualche 3000, forte di un allenamento al cammino perlomeno costante. Non è una scarpa per principianti e neofiti. Troppo rigida, troppo solida, troppo... tutto. Meglio partire con qualcosa di più comodo per poi salire.
Parlando di utilizzo, ci sentiamo di consigliare il modello per uscite brevi e di media durata, dove si privilegia la velocità, il dislivello, la prestazione, piuttosto che per lunghi trekking di molte ore a pieno carico dello zaino.
La manutenzione è semplice e prevede la pulizia dopo ogni uscita, lasciando seccare i detriti terrosi per poi spazzolarli con una spazzola a setole di media durezza. Pulizia finale con panno umido e asciugatura all'aria aperta, al riparo dai raggi diretti del sole o da fonti di calore troppo intense. Ricordarsi di estrarre sempre il sottopiede per favorire l'asciugatura della parte bassa della tomaia.
Marca | Mammut |
Ingrediente | Soles by Michelin per l'outdoor - |
Modello: | Alnasca II |
Attività: | Escursionismo |
Utilizzatore: | Tutti |
Anno: | 2020 |
Prezzo: | 180 € |
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